STRAGI DI MAFIA

Nave della legalità
   19 indimenticabili anni sono passati dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio: il tempo ha trasformato il dolore lacerante in cicatrice permanente. Affermava Pier Paolo Pasolini: “La solitudine: bisogna essere molto forti per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe e una resistenza fuori dal comune”. Giovanni Falcone scrive: “Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”. Paolo Borsellino scrive: “La lotta alla mafia non deve essere solo una distaccata opera di repressione ma un movimento culturale, morale ed anche religioso che coinvolga tutti e che abitui a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

“Giovanni e Paolo: due italiani”: questo slogan ha caratterizzato la manifestazione che si è svolta a Palermo il 23 Maggio 2011 alla quale la nostra scuola ha partecipato insieme con migliaia di altre scuole provenienti dall’Italia e dall’Europa. Un momento corale di rabbia e di dolore, di amore e di speranza, di emozioni intense che hanno toccato cuore e coscienze! In un tempo storico di eutanasia di valori, questa manifestazione è stata un’esperienza di resurrezione: come se avessimo compreso il senso della vita proprio a partire dalle loro morti. Sul solco che essi hanno tracciato, l’Italia degli onesti cammina decisa e mai rassegnata affinché da morti essi abbiano quella pace che gli è stata negata in vita. Giovanni e Paolo sono diventati eroi loro malgrado: amavano la vita, i piccoli piaceri di ogni giorno, parlare con gli amici, entrare in un ristorante senza seminare il panico, prendere l’aereo senza vedere sbiancare i compagni di viaggio. Avrebbero voluto lavorare serenamente, senza l’angoscia della scorta, senza le polemiche, le maldicenze. Se hanno fatto molte rinunce è stato per il loro alto senso del dovere, per le loro doti di uomini per bene. Due uomini eccezionali che avrebbero voluto essere e rimanere normali.

Giovanni, Francesca, Paolo, gli agenti della loro scorta: ora sono il vento della legalità che gira, penetra, sconvolge, crea scompiglio, cerca di abbattere ciò che ne frena la corsa…la paura!

“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una sola volta”, Giovanni Falcone.

 

Carla Verderame

 
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